Puglia olivicola: Cia, ‘Dal Piano di Rigenerazione fondi alla 4.1.C‘
Longo: ‘Il 2020 rischia di essere lo spartiacque tra la vita e la morte di migliaia di aziende’
Eravamo gli unici, in sede di audizione, a chiedere l’utilizzo di parte delle risorse del Piano di Rigenerazione Olivicola sulla Misura 4.1.C, in modo da aiutare gli olivicoltori che hanno sostenuto pese e perdite straordinarie e pesantissime a causa della Xylella. Siamo contenti che altre organizzazioni, dopo il nostro appello, si siano accodate a quella richiesta”. E’ Raffaele Carrabba, presidente regionale di CIA Agricoltori della Puglia, a tornare su una questione sollevata con forza dalla sua organizzazione. “E’ inutile negare che gli olivicoltori pugliesi si trovano in uno stato di forte prostrazione dal punto di vista economico e psicologico”, ha aggiunto Carrabba. “In 7 anni, vale a dire da quando è scoppiato il bubbone della Xylella fastidiosa, migliaia di aziende olivicole di ogni dimensione hanno dovuto fare fronte da una parte alla riduzione dei loro redditi, se non all’azzeramento, e dall’altra a cospicue spese suppletive dovute alla obbligatorietà dei trattamenti. Il Piano di Rigenerazione Olivicola serve, per l’appunto, a “rigenerare” un settore che ha mille problemi da affrontare, oltre alla Xylella: occorre favorire realmente le aggregazioni, in modo da aumentare il potere contrattuale dei produttori e dare loro l’opportunità di essere più forti anche nell’innovazione, la ricerca, l’internazionalizzazione, l’asset strategico della qualità totale e della commercializzazione. La partita da giocare è lunga e non è legata solo al superamento della fase emergenziale, ma a un totale rinnovamento e ammodernamento del settore, così che l’olivicoltura torni a essere quello che è stata per decenni, una leva di reddito e di lavoro per migliaia di imprenditori e di lavoratori in tutta la Puglia”, ha dichiarato il presidente regionale di CIA Agricoltori Italiani della Puglia. La Misura 4.1.C è destinata al Sostegno per investimenti per la redditività, competitività e la sostenibilità delle aziende olivicole della zona infetta. La dotazione finanziaria di quella misura è evidentemente insufficiente, se si pensa che oltre 500 aziende sono rimaste fuori dal plafond dei 32 milioni di euro impegnati. “Nel Leccese, ma anche nelle aree delle province di Taranto e Brindisi e, più in generale, in tutte le zone colpite dalla Xylella, la situazione in cui versano migliaia di aziende olivicole non è affatto buona”, ha aggiunto Emanuela Longo, direttore provinciale di CIA Salento. “Questo è un dato di fatto che siamo costretti a ricordare perché vi sia la consapevolezza, da parte del Governo nazionale e di quello regionale, che il 2020 rischia di diventare lo spartiacque tra la vita e la morte di migliaia di imprese. C’è una grande questione anche sul PSR Puglia: senza entrare nel merito di quanto accaduto negli ultimi giorni con la sentenza del TAR, l’auspicio è che si faccia in modo di non perdere le risorse destinate allo sviluppo e al sostegno dell’agricoltura. Le istituzioni devono trovare un modo per non mandare al macero le legittime aspettative di tante aziende e di moltissimi lavoratori. Se il sistema non viene aiutato a risalire la china, assisteremo all’impoverimento definitivo e non più rimediabile di un intero settore, con la perdita di migliaia di posti di lavoro e il peggioramento di una situazione sociale già molto pesante”, ha concluso Longo.