ROMA – Una folla imponente ha attraversato oggi, sabato 5 aprile, il centro della Capitale per manifestare contro il piano di riarmo europeo promosso dalla Commissione UE. La manifestazione, organizzata dal Movimento 5 Stelle, è partita da Piazza Vittorio Emanuele II e si è conclusa ai Fori Imperiali. Secondo gli organizzatori, i partecipanti avrebbero superato quota 100.000, ben oltre le aspettative iniziali.
Dal palco, Giuseppe Conte, leader del M5S, ha attaccato frontalmente il governo Meloni: «Oggi si rompe la farlocca luna di miele di Meloni costruita con le menzogne. Oggi si costruisce l’alternativa. Al centro ci saranno il no al riarmo, il sì alla sanità e alla scuola». L’ex premier ha anche ringraziato i partecipanti non iscritti al movimento: «Questa è una piazza di pace, aperta a tutti».
All’evento hanno preso parte esponenti di altri partiti e figure del mondo culturale e accademico, tra cui Angelo Bonelli, Nicola Fratoianni, Maurizio Acerbo, l’economista Jeffrey Sachs, il professor Alessandro Barbero, il geologo Mario Tozzi, l’attore Massimo Wertmüller, la giornalista Barbara Spinelli e Saskia Terzani, figlia del celebre Tiziano.
Il Partito Democratico era presente con una nutrita delegazione. Francesco Boccia, capogruppo al Senato, ha dichiarato: «Alcune cose ci dividono dal M5S, ma molte ci uniscono. Siamo d’accordo sulla critica alla corsa al riarmo e sulla necessità di intensificare gli sforzi diplomatici per la pace. Questo governo ci ha isolati in Europa e non ha strategie credibili. Siamo qui anche per mandare a casa Giorgia Meloni e Salvini».
Tra slogan e striscioni, l’atmosfera del corteo è stata un misto di rabbia e ironia. Alcuni cartelli recitavano: “Mettete Meloni nei vostri cannoni” o “Meloni e Crosetto toglietevi l’elmetto”, mentre molti hanno messo a confronto la spesa militare con i fondi insufficienti per sanità, istruzione e gestione delle emergenze ambientali.
Milano: mobilitazioni parallele contro guerra e decreto sicurezza
Anche Milano ha visto diverse proteste. Alle 15.00, in piazza della Scala si è tenuta una manifestazione promossa da Democrazia Sovrana e Popolare con lo slogan “L’Ue è una dittatura guerrafondaia”. Marco Rizzo ha denunciato il riarmo come «un pretesto per arricchire l’industria bellica, agitando lo spettro di guerre inesistenti».
Sempre nel capoluogo lombardo, alle 17.00 è partito da Porta Venezia il corteo settimanale pro Palestina, che si è concluso in piazza San Babila, dove alle 18 si è svolta la tappa finale della mobilitazione contro il decreto sicurezza. Un fronte eterogeneo di associazioni ha espresso preoccupazione per la “deriva autoritaria” e l’espansione delle “zone rosse” in città.
Un sabato di piazze piene e protesta diffusa
La giornata ha segnato un momento di forte mobilitazione popolare, con una chiara richiesta di disarmo, giustizia sociale e priorità ai bisogni reali della popolazione. Le piazze di Roma e Milano hanno lanciato un messaggio inequivocabile: prima la pace, poi le armi.
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