Dottoressa aggredita a Maruggio: ‘Non basta solidarietà, servono fatti’
Nota di Gregorio Mariggiò e Fulvia Gravame di Europa Verde
Apprendiamo dai media che è stata aggredita una dottoressa della Guardia medica di Maruggio, in provincia di Taranto. Vogliamo esprimere la nostra sincera solidarietà a lei e al personale sanitario che in questi anni è stato aggredito o addirittura ucciso.
La dottoressa della guardia medica in servizio a Maruggio si è addirittura dimessa affermando di non sentirsi difesa dalle istituzioni e per dare un segnale forte a difesa del personale vittima di continue aggressioni verbali e spesso anche fisiche. Infatti non bastano le parole di solidarietà, occorrono i fatti.
Undici anni fa fu uccisa la psichiatra Paola Labriola a Bari. In questi undici anni sono continuate le aggressioni al personale sanitario che lavora nelle strutture isolate come la guardia medica di notte o nel pronto soccorso, ma non sembra che importi a qualcuno di quelli che decidono in materia di sanità.
Non va diversamente nel campo dei servizi sociali, diversi assistenti sociali e responsabili comunali sono stati aggrediti negli ultimi anni. Va fermata la violenza e vanno messe in sicurezza le sedi nelle quali lavora il personale anche per garantire la giusta serenità a chi si reca lì per chiedere assistenza.
Noi capiamo la frustrazione dei cittadini per le gravi inefficienze del sistema sanitario e l'ansia che può provare un genitore per la salute di un figlio piccolo. Così nel disastro della sanità ci vanno di mezzo gli operatori sanitari e specialmente le donne che rappresentano l'anello più debole della catena.
Purtroppo il Sistema sanitario nazionale non è più quello della riforma del 1978 e i cittadini sono spesso costretti a pagare per ottenere il servizio. I medici vengono ritenuti colpevoli di scelte che in realtà non hanno fatto. In alcuni casi la frustrazione si trasforma in aggressione. La riconoscenza per il sacrificio di molti operatori durante la pandemia è rapidamente scomparsa lasciando il posto alla rabbia. Non ne siamo usciti migliori e non abbiamo imparato la lezione della pandemia, cioè la centralità del servizio pubblico nazionale.
E' evidente che le strutture isolate debbano essere presidiate a tutela del personale e di coloro che le frequentano.
Facciamo appello alla cittadinanza affinché si rispetti il lavoro del personale sanitario e si eviti di intralciare il funzionamento delle strutture già in affanno. Allo stesso tempo riteniamo urgente che le istituzioni garantiscano la sicurezza del personale e informino gli utenti degli strumenti legali per protestare contro i disservizi e di come e quando utilizzare i servizi di Pronto soccorso e Guardia Medica. Inoltre è evidente che la sanità abbia bisogno di risposte adeguate a livello regionale e nazionale.
Cosi in una nota Gregorio Mariggiò, Co-portavoce Europa Verde della provincia di Taranto, e Fulvia Gravame, Co-portavoce Europa Verde PUGLIA.