Un romanzo intenso, un dramma interiore che prende vita sul palcoscenico. Santa, l’ultimo libro di Alessandra Macchitella, già autrice televisiva e giornalista de La Gazzetta del Mezzogiorno, è una storia di contrasti profondi tra amore e disperazione, tra bene e male, tra due anime – Luana e Santa – che si specchiano l’una nell’altra.

Il romanzo, con prefazione di Aldo Cazzullo, si è rivelato così potente da ispirare l’adattamento teatrale Io sono Santa, con la regia di Clarizio Di Ciaula. La prima dello spettacolo ha inaugurato il 27 febbraio le celebrazioni per i 110 anni del Teatro Orfeo di Taranto e il decennale della sua scuola teatrale.

Nelle pagine del libro, Santa e Luana non sono solo due nomi: rappresentano due aspetti opposti dell’essere umano. Santa incarna il lato oscuro, il desiderio di sopraffazione e l’illusione di liberarsi dal male attraverso il male stesso. Luana, invece, cerca di rimanere integra, di resistere alle scorciatoie e alle tentazioni che rendono tutto più facile ma anche più distruttivo. Eppure, nessuno è mai solo Santa o solo Luana: il conflitto interiore è inevitabile e si snoda tra scelte, errori e rimpianti.

Il protagonista maschile, Paolo, osserva e racconta questo duello con struggente impotenza. Nelle sue lettere a Luana affiorano riflessioni profonde: “Tutti abbiamo una parte che ci spaventa e che ci libera. Tutti siamo fatti anche di Santa”. E quando la disperazione prende il sopravvento, la linea tra il bene e il male si fa sottile, lasciando il lettore di fronte a un finale sconvolgente, capace di ribaltare ogni certezza.

Ma Santa non è solo una storia di dolore e perdita. È anche un libro sull’amore che resiste oltre il tempo e la morte, sulla misericordia che si fa ultima possibilità di salvezza. “Ciò che è stato non muore mai”, recita l’ultimo paragrafo del romanzo, aprendo una finestra di speranza su un’umanità tormentata ma capace di ritrovare la luce. E proprio la ricerca di questa luce accompagna Paolo nel suo viaggio interiore, dove fede e amore si intrecciano, lasciando aperta una domanda cruciale: come si esce dalla disperazione senza esserne divorati?

Con uno stile incisivo e una sensibilità profonda, Alessandra Macchitella firma un’opera che non solo racconta, ma interroga, sfidando il lettore a guardarsi dentro e a riconoscere il proprio dualismo interiore. Un libro da leggere, un messaggio da ascoltare, uno spettacolo da vivere.