Eventi: A Taranto convegno internazionale sulle scuole musicali
Martedì 11 ottobre al Conservatorio Paisiello
Il Giovanni Paisiello Festival organizzato a Taranto dagli Amici della Musica “Arcangelo Speranza” con il sostegno del Ministero della Cultura e dell’amministrazione comunale, prosegue nel segno di Napoli e della sua tradizione musicale con un autorevole convegno internazionale in programma martedì 11 ottobre (ore 17) nel Conservatorio Paisiello, dove sono attesi docenti e ricercatori di istituti e università italiane, svizzere, spagnole e americane. Durante il simposio, coordinato dal direttore artistico Lorenzo Mattei e introdotto dai saluti dell’assessore alla Cultura del Comune di Taranto, Fabiano Marti, e del direttore del Conservatorio, Gabriele Maggi, alcuni tra i massimi studiosi ed esperti della materia si confronteranno intorno al concetto di «scuola musicale» e sulla sua spendibilità all’interno della storiografia contemporanea, partendo proprio dalla mitica «scuola napoletana» della quale Paisiello fu tra i massimi esponenti e la cui maturità viene idealmente associata alla fioritura nel Settecento di due correnti, una facente capo a Francesco Durante l’altra a Leonardo Leo.
A questi due compositori le città natali già da diversi anni dedicano due festival musicali monografici, il Festival Durante a Frattamaggiore, nell’area metropolitana di Napoli, il Festival Leo a San Vito dei Normanni, vicino Brindisi, i cui i rispettivi direttori artistici, Lorenzo Fiorito e Cosimo Prontera, sono stati invitati a intervenire sul tema. Tra l’altro, questo primo workshop internazionale sulle scuole musicali è organizzato dal Giovanni Paisiello Festival in collaborazione con il Forum della Scuola Musica Napoletana, oltre che con il Festival Durante di Frattamaggiore, e vedrà gli interventi di Valentina Anzani (Instituto Complutense de Ciencias Musicales di Madrid) sulla scuola di canto bolognese facente capo al castrato Antonio Maria Bernacchi (del quale fu allievo il pugliese Farinelli), di Alessandro Lattanzi (Università di Berna) sulle origini dello stile napoletano, di Guido Olivieri (Università del Texas) sull’ipotesi di scuola strumentale napoletana e di Dinko Fabris (Università della Basilicata) su Napoli capitale musicale.
La scuola musicale napoletana vanta una gloriosa tradizione lunga circa cinque secoli, a partire dalla prima metà del Cinquecento, quando nella capitale del Regno delle due Sicilie sorsero quattro Conservatori di musica, nei quali si sviluppò un’arte musicale apprezzata in tutta l’Europa. Inizialmente questi istituti avevano lo scopo di accogliere i bambini orfani e poveri, non solo della città di Napoli, ma di tutto il Regno. Tuttavia, solo sul finire del Diciassettesimo secolo tra le materie insegnate fu introdotta la musica. Ben presto, grazie alla presenza straordinaria di insegnanti del calibro di Francesco Durante, ci si accorse che si riuscivano ad ottenere risultati inaspettati. E proprio sotto la guida di Durante nacquero alcuni tra i più rilevanti compositori del Settecento, tra i quali Giovanni Battista Pergolesi, Niccolò Jommelli, Pietro Alessandro Guglielmi, Antonio Sacchini e tre pugliesi diventati illustri, il bitontino Tommaso Traetta, il tarantino Paisiello e il barese Niccolò Piccinni, l’allievo preferito di Durante, al quale si deve l’introduzione della spontaneità nell’arte dei suoni al posto dell’artifizio settecentesco, ritenuta prerogativa dell’antagonista Leonardo Leo. La rivalità tra Durante e Leo fu reale, tant’è vero che si formarono due veri e propri partiti, per lunghi anni impegnati a disputarsi un primato su chi fosse il maestro di riferimento della «scuola musicale napoletana» ancora oggi difficile da attribuirsi.