Caro Malago’, chi la fa l’aspetti...
Lunedì 13 agosto, un altro giorno nero per il calcio italiano. Sarà ricordato come data infausta. Non per l’ennesimo scandalo di calcioscommesse. Neppure per le presunte plusvalenze o per le fantasiose iniziative del Crotone che, sconfitto sul campo, inventa procedimenti cautelari (tutti rigettati) o imbarazzanti richieste di ripescaggio in Serie A, in sovrannumero (con quali motivazioni è un mistero).
Il lunedì 13 passerà alla storia del calcio ed alle cronache della magistratura (anche penale ahimè) per l’iniziativa del trio Malagò-Lotito-Fabbricini. Il trio che ha deciso il “golpe” (anticipato dalla sempre ben informata Gazzetta dello Sport a firma di Nick Binda). Ridurre il format del campionato di Serie B, comprimendolo a 19 squadre. Infischiandosene delle norme, dei format, dei procedimenti pendenti. Infischiandosene, soprattutto, … di loro stessi! Sono infatti ben visibili, sul sito della Federcalcio, i comunicati ufficiali che disciplinano le norme sui ripescaggi, con tanto di versamenti a fondo perduto. Pare tra l’altro, al proposito, che quelle somme siano ancora in giacenza nelle casse federali.
Il “povero” Fabbricini si è trovato schiacciato nella morsa Malagò-Lotito. Invece di limitarsi a far nulla, come dall’inizio del suo mandato, si è offerto quale vittima sacrificale della politica e della protervia.
Da queste pagine, se ne dia atto, sono mesi che critico il duo Malagò-Fabbricini (in rigoroso ordine di importanza). Reo, a mio avviso, di non aver combinato nulla di buono dopo la disastrosa assemblea elettiva di gennaio. Nello specifico si ricorderà che l Associazioni calciatori non sposò nessuno dei candidati proposti. Tommasi, nel suo intervento, tenne anzi a precisare che per nessuno sarebbe stato “ago della bilancia”. L’associazione di categoria si era evidentemente “venduta” al Coni in cambio di chissà quali favori e, certamente, della nomina di sub-commissari scelti tra i calciatori. Temo che questi ultimi, Costacurta e Corradi, non passeranno mai alla storia per il loro operato.
Il sub Costacurta ha lanciato il progetto seconde squadre in Lega Pro. Un “successone” con una sola partecipante, mentre di Corradi, nell’espletamento di quel mandato, non abbiamo mai ricevuto segnali di vita. Potrà dispiacere a qualcuno, ma scrivo la verità.
Sono certo che Tommasi si stia ancora mordendo le mani per essersi prestato ai giochi del “Megalò” (come dice Dagospia) nazionale. Come sono certo che oggi, lo stesso Malagò, abbandonato dalla politica attualmente al potere, si avvicina a grandi passi verso lo “schianto”. Reo, in prima persona, di aver portato al blocco totale del calcio e della governance dello sport.
Ma andiamo con ordine. il duo Malagò-Lotito ordina a Fabbricini di infischiarsene dei propri comunicati ufficiali e di passare alle vie di fatto sulla modifica dei format dei campionati. Serie B a 19 squadre, niente ripescaggi. Niente norme e diritti degli aventi i requisiti. Arrivederci e grazie. Il tutto ignorando che il 73 percento, degli aventi diritto, sta chiedendo da mesi di convocare l’assemblea elettiva per ridare la Federazione in mano quantomeno a persone del mestiere.
Per chi ne ha voglia e pazienza basterà rileggersi i comunicati ufficiali, a firma del dottor Fabbricini e del segretario generale della Federcalcio, dal numero 17 al 19 del 18 luglio scorso (non di un anno fa) con i quali si disciplinano tempi e modalità per l’integrazione dell’organico.
Per la Serie B ad esempio, nel termine del 27 Luglio si pretendono 700.000 euro a favore della Figc a fondo perduto; una fideiussione di 800.000 per la Lega di B e un’altra da 400.000 sempre per la Serie B. Quindi quasi 2 milioni di euro da trovare in 9 giorni ! Certamente non una “mano” di briscola.
Ora accade che il Tribunale Federale Nazionale abbia deciso di smentire la Federcalcio ritenendo che le sanzioni già scontate, per irregolarità amministrative, non dovessero portare all’esclusione dalle graduatorie. Con i nuovi parametri vengono così favorite Catania e Novara.
Non è però questo il punto.
Approfittando della pendenza degli inevitabili contenziosi, (una pessima abitudine del nostro calcio d’estate), Claudio il “magno” (che non potrà più far parte del Consiglio Federale) si inventa la Serie B a 19. Più soldi per tutti sostiene Lotito. Chissenefrega delle regole e di quelle società che hanno tirato fuori 2 milioni di euro per il ripescaggio. L’idea è talmente bizzarra e in contrasto con gli stessi comunicati ufficiali della Figc che non può essere presa sul serio. Ma l’avvocato Balata, presidente della Lega di Serie B (sorretto dal “magno”), dimentica di saper leggere le norme. Inizia a caldeggiare l’idea sulla “rosea” nazionale e se ne parla apertamente. Lunedì 13, la data fatidica, si fanno i calendari di Serie B. Niente televisioni, niente dirette. Solo il “golpe” in attesa dell’ok di Fabbricini.
Tanto tuonò che piovve.
Malagò, evidentemente consigliato dai propri legali che gli avranno detto, Giovannino non si può fare. Pensaci. Costringe Fabbricini a cambiare le regole in corsa. A smentire i propri comunicati. A inventarsi assurdi provvedimenti che modificano le Noif. Il format. In buona sostanza smentisce se stesso. Il tutto in nome della necessità di far partire i campionati.
Ed ecco, quindi, che alle 20 di lunedì 13 escono (si potrebbe usare il magicamente) i comunicati a firma del solo commissario però (il segretario generale della Federcalcio, persona prudente e conoscitore delle norme si è evidentemente astenuto). Viene cambiato il format, in barba alla norma che prevede l’entrata in vigore solo dalla stagione successiva. Si cambia tutto, c’è scritto 22, facciamo 19 e non se ne parli più.
Eppure io non ci voglio credere. Fabbricini (alias Malagò) ha questi poteri? Neanche per sogno. E’ vero che il commissario straordinario sostituisce il Consiglio Federale, ma la nomina viene fatta per l’impossibilità di funzionamento della Figc. In considerazione che l’assemblea elettiva del 29 Gennaio non aveva partorito una governance.
Si commissaria. Si gestisce. Si adegua lo statuto ai nuovi principi informatori del Coni. Non altro. Anzi dirò di più. Ogni commissariamento deve finire con la convocazione dell’assemblea elettiva. Fabbricini, visto che il 73 percento delle componenti aveva già inoltrato la richiesta, poteva e doveva convocare. Con un arrivederci e grazie. Ma non se ne parla, si resiste anche alla Presidenza del Consiglio. Si rimane pervicacemente attaccati alla poltrona.
“Megalò” (come scrive Dagospia) per tutta risposta fa deliberare dal Coni la proroga del commissariamento. La politica, a quell’altezza, non può ignorare e deve purtroppo intervenire. Giorgetti, esplicitamente, invita le federazioni commissariate a rimettersi in bonis. Risultato? nessuno! Ovvero si inventano regole nuove. In barba alle norme e per favorire gli “amici”.
Come mia consuetudine e costume, rimango fuori dal coro, provo a prevedere gli sviluppi. L’Aic ha già proclamato lo stato di agitazione. Senza giocatori, niente partite. Altro che necessità di far iniziare i campionati. Il povero Tommasi, visto che nel comunicato si dice di aver sentito le componenti, chiarisce pubblicamente che è vero. E’ stato sentito ma ha detto “NO”. In assoluto. La Lega Pro ha chiesto chiarezza e trasparenza. Ha già detto che così non si parte. Non è uno sciopero proclamato dai club (chiedo venia a Gabriele Gravina), ma una istanza, un richiamo dovuto rispetto per la categoria.
Scioperare è una soluzione che non vorrei mai caldeggiare. Qui però l’hanno fatta troppo grossa per davvero. L’amministratore del Catania, Pietro Lo Monaco, ravvisa fatti penali nel comportamento di Fabbricini. Lungi da me ergermi a giudice, ma certo che l’abuso d’ufficio e l’appropriazione indebita si vedono da lontano.
Prima chiedi somme a fondo perduto e poi cambi le regole. Non esiste. E’ scandaloso. E’ scontato che, al di là degli scioperi, qualche Tribunale sportivo, o ordinario, arriverà a bloccare i campionati. Il sottosegretario Giorgetti, purtroppo alle prese con problemi ben più importanti del calcio, prima o poi si occuperà di Fabbricini e gli “ordinerà” di convocare l’assemblea elettiva.
Probabile che si debba occupare anche di Malagò in quanto incapace di sovraintendere al funzionamento di una federazione addirittura commissariata . Come di presentare una candidatura tripla, per le olimpiadi, nel maldestro tentativo di contentare tutti.
Si revocano le concessioni autostradali. Si può e si deve destituire, sostituire, revocare un soggetto che dimostra di infischiarsene delle istituzioni e delle regole.
Chi la fa l’aspetti…caro Malagò!