Stoc ddò - Io sto qua: sabato 25 marzo all’Auditorium TaTÀ di Taranto
Quel dialogo mai interrotto. Per il cartellone “Periferie”, rassegna di teatro, sabato 25 marzo, alle ore 21 all’Auditorium TaTÀ di Taranto, in via Deledda ai Tamburi, in scena “Stoc ddò – Io sto qua” di e con Sara Bevilacqua, drammaturgia Osvaldo Capraro, disegno Luci Paolo Mongelli, foto di scena Domenico Summa, produzione Meridiani Perduti Teatro, vincitore festival Le Voci dell’Anima 2022. Durata 55’. Biglietto 12 euro, ridotto 10 euro (under 30 e over 65). Info e prenotazioni al numero 366.3473430 attivo anche WhatsApp.
Non ha ancora compiuto sedici anni Michele quando, il 12 luglio 2001 a Bari vecchia, viene colpito per errore, da un colpo di pistola alla nuca, durante un regolamento di conti tra i clan mafiosi rivali Capriati e Striscuglio. Da quel giovedì sera, la vita di Lella muta radicalmente direzione. Giorno dopo giorno, con la sola presenza di madre ferita, impone le esigenze della giustizia ai clan, denunciando, testimoniando, puntando gli occhi negli occhi di chi vuole imporle il silenzio: io non fuggo, e nemmeno chiudo la porta di casa: “Stoc ddò”. Da dove, Lella, ha tratto la forza per combattere una guerra che non l’ha mai vista abbassare lo sguardo? Dall’esempio di sua mamma, cummà Nenette, donna determinata nell’educare i figli alla sostanza delle cose. Dal sostegno del marito Pinuccio, della famiglia e della gente del quartiere. Ma, soprattutto, dal dialogo mai interrotto con Michele, il garzone allegro, l’angelo di Bari vecchia. Un dialogo, quello con suo figlio, che nessun ostacolo riuscirà mai a impedire, nemmeno la morte.
Vincitore del festival Le Voci dell’Anima 2022. La motivazione: “Potente, drammatico ma mai pesante, lo spettacolo riesce e smuovere le coscienze grazie a una grande storia, un grande professionista che la fa vivere e un’atmosfera che incornicia alla perfezione un capolavoro”). Nella stessa ventesima edizione del concorso riminese, lo spettacolo della compagnia Meridiani Perduti si è aggiudicato anche il premio sezione Teatro (“Per la capacità di rendere, attraverso la voce, le immagini di un lutto doloroso e vivo che nasce da un fatto di cronaca e che sul palco del teatro viene inciso nella memoria e nella mente del pubblico”) e il premio della critica (“È un lavoro sincero, che ti arriva dentro e che ti fa riflettere su quanta verità possa raccontare, oggi, il teatro. Un lavoro che una sola voce, femminile, bella, profonda e reale”).