Eventi: ‘Il ritorno del poeta’, doveroso omaggio al poeta Leonida di Taranto
Si è tenuta, nella serata del 21 febbraio all’Auditorium Tarentum l’annunciata rappresentazione teatrale dal titolo “Il ritorno del poeta”, un sentito e doveroso omaggio al grande poeta Leonida di Taranto. L’evento, realizzato dall’associazione Nobilissima Taranto e dalla soc. Coop. Museion nell’ambito del progetto Polysemi di cui è partner il Comune di Taranto che ha patrocinato l’iniziativa, ha tratto spunto da un testo del prof. Nino Palma, già docente del Liceo Archita, magistralmente rielaborato da Giovanni Di Lonardo, che ha curato anche la regia e la messa in scena. In un fantastico e sognato ritorno nella sua agognata patria, Leonida incontra un docente di Lettere, il quale gli parla della grandezza della sua opera, giunta fino a noi, dipingendola come un’opera tanto bella da aver lasciato tracce in grandi poeti moderni e contemporanei della nostra storia letteraria. Il professore, allo scopo di dimostrare a un meravigliato Leonida, la veridicità delle sue affermazioni, lo farà incontrare con alcuni di questi poeti, appositamente evocati sul palcoscenico, i quali, nel corso della conversazione, metteranno in luce le affinità di carattere autobiografico e tematico che legano le loro opere a quella del grande poeta magnogreco. Sul palco: Giovanni Di Lonardo (Leonida), Mario Calzolaro (il professore), Giuseppe Calamunci Manitta (Giacomo Leopardi), Bruno Peluso (Ugo Foscolo), Antonello Conte (Salvatore Quasimodo), Lino Basile (Raffaele Carrieri), Santi Spanna (Edgard Lee Master). All’arpa Marika Esamini, soprano Valentina Colleoni che ha interpretato “nuit d’etoiles” di Debussy; “De puis le jour” di Charpentier; “Malinconia ninfa gentile” di Bellini. Scenografia di Gianluca De Robertis. Spettacolo molto bello che ha coinvolto il numeroso e qualificato pubblico presente. Il testo e lo spettacolo che ne è scaturito, ha voluto essere soprattutto un contributo alla valorizzazione del grande patrimonio culturale della città ionica che non comprende solo beni culturali materiali, di cui è ricca questa città, ma anche beni immateriali, come va considerata la poesia di Leonida e di tanti altri nostri poeti, a partire da Raffaele Carrieri, uno dei più grandi poeti del Novecento. Il messaggio che si è voluto lanciare dal palco è che la poesia non può morire con i loro autori, i quali, anzi, continuano a vivere e a parlare attraverso di essa e a farci dono di sogni, bellezza, immaginazione, gentilezza persino in un’età come la nostra spesso attraversata dall’attenzione più verso beni materiali che immateriali. Del resto, fu proprio uno dei cinque poeti apparsi in scena, Ugo Foscolo, a parlare nella sua opera tarda Le Grazie della funzione civilizzatrice ed eternatrice di valori della poesia e ad affermare che le tre dee, Venere, Vesta e Pallade, intermedie tra il cielo e la terra, suscitarono negli uomini il senso della bellezza, portando tra di loro le arti (musica, danza, poesia), allo scopo di ingentilirli, mitigarne la forza delle passioni, promuovendo così l’incivilimento dell’umanità e il miglioramento della vita sociale. Fu un altro grande scrittore del secolo scorso, Fiodor Dostoewski, a dire che la bellezza salverà il mondo e la poesia che cos’è se non sinonimo di bellezza, che può quindi contribuire a salvare il mondo? Da qui anche l’auspicio che questa iniziativa possa rappresentare un utile tassello nel difficile cammino che le istituzioni locali hanno intrapreso per la conquista del titolo, per la città di Taranto, di capitale italiana della cultura 2021.