Valentino e il Buran ci riportano alla normalità

CRONACA
15.02.2021 20:37

(Di Fabio Dal Cin) Nel week-end tanto atteso o preannunciato del Buran, ventogelido del nord – nord est caratteristico delle steppe della pianura sarmatica, a ovest dei monti Urali, e di San Valentino, vescovo martire vissuto nel 176 d.C., scelto come patrono degli innamorati perché il primo a celebrare l’unione tra un legionario romano e una donna cristiana, abbiamo assistito ad antichi rituali, quasi assopiti, di aggregazione antropica.  È così che, come in una fiaba, passeggiando nel quartiere collinare Rione Monti ad Alberobello, città della Puglia nota per i Trulli, torniamo ad apprezzare la vita di comunità: gente che opportunamente distanziata, armata di mascherina (attenzione, protegge dalla neve!), passeggia tra cuori inneggianti all’amore e lamie innevate. Alcuni locali sono aperti, molti sono in attesa di tempi migliori. In un’enoteca, gli sguardi tra il proprietario e il cliente, pur non conoscendosi, sembrano esclamare “ben trovato!”, è come sentirsi all’interno di una rinnovata fiducia, con le temperature sottozero, la necessità di contatti umani riscalda gli animi. In questa domenica d’inverno, amanti, famiglie e viaggiatori solitari, scattano foto, ammirano i fiocchi di neve, degustano i prodotti tipici locali. Dall’entroterra alla litoranea salentina, Borea, dio del Vento del Nord, sembra ora giocare a gare di disegno artistico con l’aiuto dei raggi del sole, delle nuvole e della superficie increspata del mare. I colori formidabili del tramonto sono un richiamo irresistibile per la gente che, percorrendo oltre 40 chilometri in direzione sud dal capoluogo ionico, è alla ricerca di distese di sabbia imbiancate. Nei dintorni del fiume Chidro, non distante da San Pietro in Bevagna, lo spettacolo offerto dalla neve è di quelli rari, da cartolina ricordo: alcune persone si limitano a guardare restando in macchina, altre (molte..) si riversano in spiaggia, nel pieno rispetto delle norme anti – Covid, a scrutare più da vicinol’orizzonte. Un clima surreale, fantastico. Sono quasi le ore 18.00, il sole si è da tempo ridossato dietro il massiccio del Pollino, il tempo di una cioccolata calda e si rientra. In fondo, questa normalità è davvero possibile.

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