Taranto-Vibonese: Giornata pro Taranto, un inutile "dispetto"
Generosità non è sinonimo di presunzione. La scelta della dirigenza Zelatore di indire per domenica prossima la giornata pro Taranto, salvaguardando solo i 251 fedelissimi che nel lontano 2 novembre 2016 assistettero alla gara di Coppa Italia contro il Cosenza, è vergognosa. Un colpo basso, crudele e spietato che non ha alcun senso in un momento in cui la squadra è a un passo e mezzo dalla retrocessione. Invece di avvicinare la gente allo stadio abbassando i prezzi, questa società pensa che sia il caso di privilegiare solo alcuni ergendo, di fatto, un muro contro la stragrande maggioranza della tifoseria. Non c'è nulla di buono in questa decisione, che probabilmente andava presa prima, almeno per non fare una figura indecente. Non si può pretendere, ora, che i tifosi si rechino allo Iacovone dopo una stagione fallimentare e indegna sotto tutti i punti di visti. Bisogna capire che i supporters non sono letti da fare e disfare a proprio piacimento solo perché hai il coltello dalla parte del manico. È persino subdolo chiedere il loro appoggio per pagare il premio salvezza. Nessun boia ha puntato la pistola alla tempia della dottoressa Zelatore per costringerla a disputare il campionato di Lega Pro. Perché - diciamolo chiaramente - l'unica cosa positiva che ha fatto in questi due anni è la domanda di ripescaggio. Non dimentichiamo che il Taranto sul campo non ha vinto nulla, ha semplicemente comprato la vecchia Serie C. Soldi buttati al vento, sprecati, con una rosa costruita per perdere, con un viavai di allenatori, giocatori e maestranze impressionante. Il pubblico ionico, ovviamente, non ha apprezzato questa giornata pro Taranto tant'è che è intenzionato a disertare lo stadio in segno di protesta. Quindi, per domenica si prevedono spalti vuoti in quella che potrebbe essere l'ultima partita casalinga nel campionato professionistico. Per fortuna, mancano solo due settimane alla fine di questa agonia - salvo miracolo - dopodiché ognuno sarà libero di tirare le somme, sperando che non si sbaglino pure quelle.