Taranto: "C'erano una volta...", Riccardo Innocenti
Correva la stagione 2009-2010 quando il Taranto del presidente Luigi Blasi, arrivato quasi al capolinea della sua esperienza nella città dei due mari, prelevò dal Marcianise il forte attaccante Riccardo Innocenti. La punta di Alfonsine, acquistata nel mercato estivo, andò a completare un reparto offensivo che insieme a Giorgio Corona avrebbe dovuto garantire fuochi d'artificio. Con 37 presenze e 11 gol in saccoccia, Riccardo Innocenti sarà uno dei protagonisti della compagine ionica per quasi due stagioni.
- Ciao Riccardo e bentrovato con il popolo rossoblù. La tua esperienza a Taranto che ricordi ha lasciato nella tua carriera da calciatore? Raccontaci come hai vissuto la città e cosa ti ha colpito dei magnifici supporters ionici.
“L’esperienza di Taranto è stata una tappa importantissima. Aver avuto l’onore di indossare la gloriosa maglia rossoblù ha rappresentato senza ombra di dubbio l’apice della mia carriera. La città era stupenda, amavo fare passeggiate in centro, in città vecchia e in tutti i paesini limitrofi. Adoravo mangiare il pesce recandomi spesso da Murianni. I tifosi tarantini erano unici, nei due anni che ho giocato a Taranto ebbi modo di percepire il loro folle amore per la maglia rossoblù. Come potrei dimenticare gli esodi nelle trasferte di Rimini, Ravenna o Reggio Emilia, chilometri e chilometri macinati per seguire la loro squadra del cuore. Credo che il pubblico tarantino sia un lusso che nemmeno molte squadre di A e B possono permettersi. Personalmente li ringrazio di cuore perché mi hanno fatto sentire sempre il loro calore, anche nei momenti di difficoltà".
- Arrivasti a Taranto con l'obiettivo da parte della società di riportare i rossoblù nella serie cadetta. Il direttore sportivo Danilo Pagni allestì una grande squadra affidando a mister Braglia una vera e propria corazzata. I risultati però non arrivarono, e la compagine ionica dovette conquistare la salvezza lottando fino all'ultimo. Alla luce dei risultati conseguiti in quella tua prima stagione, come ti spieghi che quella squadra non riuscì a centrare gli obiettivi prefissati a inizio stagione?
"Nel mio primo anno a Taranto avevamo una squadra molto forte, secondo me i continui cambi di allenatore incisero in maniera molto negativa sui giocatori. Credo che il problema di fondo fu la mancanza di una identità ben precisa che non permise alla squadra di esprimersi al meglio. Nel secondo anno, invece, proprio quando iniziai a tornare sui miei livelli standard, a gennaio dovetti andare via. Fu davvero un peccato non aver avuto la possibilità di giocarmi i Play Off con il resto della squadra. Nonostante tutto devo ammettere che sia con Blasi che con D'addario mi sono trovato abbastanza bene".
- Sulla carta quella coppia d'attacco del Taranto formata da Corona e Innocenti doveva fare sfracelli, due autentiche macchine da gol che nelle loro esperienze calcistiche in giro per l'Italia hanno allietato le folle a suon marcature. Dopo una stagione deludente culminata con una misera salvezza, a distanza di anni che idea ti sei fatto sul mancato feeling calcistico tra te Corona?
"La prima stagione fu costellata da alcuni infortuni che condizionarono inevitabilmente il mio rendimento. Purtroppo la mancanza di minutaggio in campo, non mi permise di trovare il giusto feeling con Giorgio. Ho un grande rapporto con lui e lo reputo un giocatore di grandissimo spessore. Rimane il grosso rammarico di non essere riusciti a centrare gli obiettivi che la società e tutta la piazza speravano di raggiungere".
- Dopo anni difficili nell'inferno dei dilettanti, finalmente si è tornati in categorie consone al blasone calcistico del Taranto. Il ripescaggio in Lega Pro ha ricucito ferite provocate dai diversi anni lontani dal calcio che conta. Secondo te, come mai una piazza importante come Taranto non è ancora riuscita a tornare in serie cadetta dopo quasi 30 anni?
“Sono contentissimo che il Taranto sia tornato tra i professionisti, è una delle piazze più importanti del panorama calcistico italiano e merita di stazionare nel calcio che conta. Personalmente penso che a Taranto negli ultimi decenni sia mancata una società che garantisse una certa continuità. E’ mancato un progetto duraturo che avrebbe potuto regalare nel tempo il raggiungimento di risultati importanti. Forse l’unico presidente che ha gestito la società per più anni è stato Luigi Blasi, lo stesso che in più circostanze è andato vicino a riportare il Taranto in serie B. Credo che la continua alternanza di fallimenti che ha afflitto la società ionica, sia stata la causa di una mancata stabilità calcistica a ottimi livelli. Dover ripartire sempre da categorie inferiori, non ha permesso di costruire con solidità dei progetti calcistici ambiziosi".
- Il girone C della Lega Pro assume indubbiamente i contorni di una B2, molte sono le società che ne hanno alzato il livello. Valutando questa prima parte di stagione, e considerando i problemi che sta affrontando la società ionica, che idea ti sei fatto in generale sul Taranto? Dicci la tua sulla rosa costruita dalla società, e sulla nomina di Fabio Prosperi alla guida tecnica della prima squadra.
“E’ un campionato molto difficile e la lista delle squadre che lo compongono ne rendono l’idea. Ho avuto modo di vedere il Taranto nel posticipo con il Francavilla, è normale che da neopromossa stia incontrando qualche difficoltà. Avendo visto soltanto una partita, è difficile dare un giudizio sulla squadra. Personalmente credo che nel mercato di gennaio si possa aggiungere qualche tassello per irrobustire muscoli e centimetri nella rosa. Nonostante reputi Magnaghi un buonissimo calciatore, credo che una bella punta di peso possa fare al caso del Taranto. Sono molto contento del fatto che Fabio Prosperi sia diventato il nuovo allenatore dei rossoblù, l’ho conosciuto nella mia esperienza in riva allo ionio, e posso garantire che la maglia del Taranto è come una seconda pelle per lui. E’ una persona seria e preparata che nel corso degli anni pur di rimanere a Taranto ha rifiutato offerte importanti da categorie superiori. Sono convinto che per amore verso il Taranto si sarebbe privato anche della serie A".
- Sempre nel girone C, per la lotta al vertice pare essere una lotta a 4 tra Lecce, Foggia, Juve Stabia e Matera. Discorso più complesso per i quartieri bassi della classifica dove nel giro di pochi punti sono raggruppate diverse squadre. Dall'alto della tua esperienza, chi ritieni abbia le carte in regola per centrare la promozione diretta, e chi invece dovrà sudare fino alla fine per raggiungere la tanto agognata salvezza?
“Per i vertici di classifica credo che Lecce, Foggia e Matera siano le più attrezzate per il salto di categoria. Il Matera è guidata da Auteri che reputo un tecnico importante e conoscitore della categoria. Foggia e Lecce dispongono di organici importanti e di piazze con fame di calcio. Per quanto riguarda invece il discorso salvezza, credo che alla lunga società importanti come Taranto ,Messina e Reggina riusciranno a tirarsi fuori dalle sabbie mobili. Vibonese, Melfi e Akragas sono secondo me le 3 compagini che si contenderanno la salvezza fino alla fine".
- Di cosa si occupa oggi Riccardo Innocenti? per concludere ti chiedo di lasciarci facendo un grosso saluto a tutti i supporters ionici assidui lettori di blunote.it
“Gioco con il Ravenna da circa tre anni, la società ha costruito una bella squadra e spero di togliermi delle belle soddisfazioni portando in alto il nome della mia città. Nonostante l’età, la passione per il calcio è rimasta intatta. Seguo sempre con piacere i risultati della squadra ionica, approfitto per fare un grandissimo saluto a tutti i magnifici tifosi ionici. Finalmente da un po’ di tempo la mitica curva nord è ritornata totalmente agibile. Sarebbe un sogno vedere lo Iacovone stracolmo in un campionato importante come la serie B. Faccio un grosso in bocca al lupo alla società e a Fabio Prosperi, con la speranza che possa diventare un grande allenatore guidando il Taranto sempre più in alto".