Musica, Arte e Caffè: l'Heavy Metal degli Overkhaos in un debutto da sogno

Cultura, musica e spettacolo
Francesco Caroli
28.08.2017 14:39

Se dovessimo scommettere centro euro su una band che da qui a dieci anni avrà ribaltato il panorama nazionale del Metal non ci sarebbero dubbi, gli Overkhaos vi farebbero diventare milionari. Il gruppo tarantino infatti, fresco di debutto col suo primo album “Beware of Truth”, sta raccogliendo sempre più critiche e recensioni più che positive, guadagnandosi l’appellativo di astro nascente del metal italiano. La band nasce dall’unione di Davide Giancane (Chitarra solista), Giuliano Zarcone (Chitarra ritmica), Anna Digiovanni (Basso), Andrea Mariani (batteria) e Mimmo D’Oronzo (Voce) e si presenta come una delle promesse musicali più promettenti del panorama tarantino. In quest’intervista esclusiva per Blunote Web e per la rubrica “Musica, Arte e Caffè” la band si racconta partendo dalle sue origini, passando per il nuovo album, il tour in programma e un piccolo sguardo al futuro.

 

Per iniziare, parliamo di Overkhaos. Come nasce la band e a quali artisti vi ispirate?

 

Davide: La Line-up ha origini molto “antiche” che affondano le proprie radici nel 2013. Io e Giuliano siamo i fondatori del gruppo, partendo da un’ideale di Heavy trash metal, come Metallica, Pantera, Iron Maiden ecc.

Con i vari cambi di formazione nel corso degli anni abbiamo scoperto vari generi musicali da integrare nel nostro sound, come il Progressive, e con l’aiuto di Andrea e Mimmo siamo riusciti a fondere tutti i generi che ci piacevano con l’obbiettivo di creare un sound nostro, unico, che non ci facesse sembrare – come spesso accade – il clone di qualche band più conosciuta. Quello che ci siamo prefissati è di prediligere originalità, melodicità e composizioni non banali, soffermandoci sui dettagli e dedicando più tempo alla nostra musica.

Per quanto riguarda il nome, quello iniziale era “Imperium”, un nome che ci ha portato fortuna nei primi tempi. Abbiamo deciso di cambiarlo in Overkhaos anche per non rimandare il nome “Imperium” all’omonima canzone dei Machine Head ed assecondare la nostra costante ricerca di unicità (ride, n.d.r.).

 

Da poco è uscito il vostro primo album, “Beware of Truth” che, nel vostro settore, ha riscontrato parecchio successo, ricevendo un sacco di critiche positive ed ottime recensioni. Parlatemi di questo vostro lavoro.

 

Davide: L’album è stato concepito da tre anni a questa parte quando siamo giunti ad una stabilizzazione della formazione. Per tre anni ci siamo messi a studiare i pezzi, comporre, suonare assieme e creare qualcosa di innovativo. Prima di quest’album, nel 2015, abbiamo fatto uscire un’EP. Avendo riscontrato un buon successo siamo andati in cerca di un’etichetta ed abbiamo avuto la fortuna di entrare nella Rockshot, una delle migliori nel panorama italiano. Un grosso impatto ha avuto la collaborazione con Derek Sherinian, l’ex tastierista dei Dream Theater, con cui abbiamo registrato il primo pezzo in studio. Com’è nata questa collaborazione? Quasi per caso in realtà: lui cercava, attraverso un tweet, band da produrre. Noi gli abbiamo mandato del nostro materiale e gli è piaciuto, così ci siamo trovati a registrare una canzone con lui, cosa che ci rende parecchio orgogliosi. A distanza di un anno abbiamo pubblicato l’intero album con incluso questo pezzo.

Giuliano: Questo lavoro è in realtà un concept album nato ai tempi dell’EP, visto che praticamente all’epoca era quasi tutto pronto. L’Ep è stato una sorta di anticipazione, un modo per lanciare la nostra musica e avere i primi riscontri. Siamo rimasti parecchio soddisfatti delle reazioni a quel lavoro, così ci siamo fatti coraggio per far uscire questi 10 brani.

 

Il vostro successo è stato confermato dalla costante presenza degli Overkhaos sui palchi di parecchi festival. Qual è stata l’esperienza migliore?

 

Giuliano: Il primo festival è stato un contest ad Alberobello, dove debuttammo col nome di Imperium, e penso sia quello a cui siamo più legati. Fu una grandissima emozione esibirsi per la prima volta dal vivo. Dopo quel live cambiammo nome, partecipando al Rock Metal Fest di Pulsano, allo Spongstock di Spongano ed al Beerstruction di Bari. Siamo stati anche a Potenza in occasione del Woody Groove, esperienza molto importante per noi, la prima fuori dalla Puglia. 

 

Con il nuovo album fuori avrete sicuramente il bisogno di portarlo in giro: avete già un’idea di tour?

 

Anna: Per adesso siamo sicuri di rimanere in Italia, avendo contatti per Napoli, Roma e Torino, la città dell’etichetta. L’idea è comunque quella di uscire dalla Puglia, essendoci in primis pochi festival e occasioni per suonare, ed avendo il bisogno di cambiare pubblico, visto che qui siamo abbastanza conosciuti. Vogliamo portare la nostra musica all’attenzione di più persone possibili, forti del fatto che ovunque siamo andati abbiamo sempre avuto un riscontro positivo.

 

Ora vi pongo una domanda più complicata: Vi augurate il successo o la realizzazione musicale?

 

Mimmo: Proprio oggi stavamo ascoltando l’ultimo singolo di una band che ci piace, e ci siamo accorti di quanto il successo comporti delle scelte, alcune volte infelici, dal punto di vista dell’estro creativo. La questione ruota attorno al pubblico: più persone cerchi di raggiungere, più devi diluire i contenuti per rendere l’ascolto più leggero. Noi abbiamo scelto un genere non molto facile da ascoltare e che non ha un grosso seguito di persone, però c’è una cosa positiva: l’attaccamento dei fan a questa musica. Chi ascolta musica di nicchia è più affezionato ai suoi gruppi preferiti. Qualora dovesse arrivare il successo, sicuramente cercheremo di farci limitare il meno possibile la nostra creatività, avendo inoltre la fortuna di suonare un genere libero da mode e da strumentalizzazioni pubblicitarie. Io mi auguro solo di avere ciò che ci meritiamo e di fare buona musica.

Mercato: Nuova avventura per l'ex Taranto Alessandro Gatto
Video: Gli scontri tra tifosi leccesi e brindisini