Miele: Pronte le risorse per fronteggiare la crisi del comparto

Le avverse condizioni meteo hanno provocato il crollo della produzione nazionale con conseguente aumento delle importazioni con standard non all’altezza. In Commissione Agricoltura, la sottosegretaria Pesce (M5S) ha illustrato il lavoro del Governo

CRONACA
Iv.
23.07.2019 12:58

Gli sbalzi termici e gli eventi climatici avversi di questa prima metà del 2019 hanno colpito drammaticamente il comparto apistico. A causa della pioggia e del vento, infatti, le api non sono state in grado di “bottinare”, ovvero di succhiare dai fiori il nettare da portare all’alveare. I fiori bagnati dalle frequenti piogge hanno scaricato il nettare, innescando una situazione critica all’interno dell’alveare. Il poco miele prodotto, le api lo utilizzano per sopravvivere mentre gli apicoltori sono ricorsi all’alimentazione artificiale con sciroppo di acqua e zucchero, una soluzione estrema a cui si giunge solitamente nel periodo autunnale. Secondo i dati Ismea, si registra una contrazione del 41% nella produzione di miele italiano di acacia e agrumi con perdite stimate attorno ai 55 milioni di euro. 

“Con 55.877 apicoltori, un numero di alveari vicino al milione e mezzo, la produzione di circa 40 varietà di mieli diversi, l’apicoltura costituisce un importante settore del comparto agricolo nazionale con un buon livello di capacità produttiva oltre all’importante funzione impollinatrice che le api svolgono – ha dichiarato in Commissione Agricoltura il sottosegretario Alessandra Pesce (M5S) – Occorre agire per ottimizzare l’intervento pubblico integrando le diverse azioni: dalla ricerca al sostegno di allevatori e produzioni, dai controlli alla comunicazione ai consumatori. Vi sono congrue risorse finanziarie su cui poter contare e l’impegno è di utilizzarle in maniera integrata e complementare affinché abbiano ricadute e impatti positivi su tutto il settore”.

In applicazione della normativa comunitaria, sono stati infatti attivati programmi pluriennali che beneficiano di un cofinanziamento Italia-Ue pari a circa 6 milioni di euro l’anno. Nella nuova PAC, il settore apistico poi è l’unico che raddoppia le proprie risorse a sostegno della qualità e del rafforzamento della produzione. Tra le misure finanziabili vi sono anche quelle relative all’assistenza tecnica agli apicoltori e alla lotta contro gli aggressori e alle malattie dell’alveare (gestite all’89% a livello regionale per meglio adattarsi alle diverse realtà territoriali), oltre ad azioni a carattere nazionale, quali la ricerca, il miglioramento della qualità dei prodotti, attività di formazione e divulgazione. 

“Con la legge di bilancio 2019 – commenta il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate, componente M5S in Commissione Agricoltura – abbiamo autorizzato l’ulteriore spesa di due milioni di euro per il prossimo biennio per la realizzazione di progetti nel settore apistico finalizzati al sostegno delle produzioni e allevamenti di particolare rilievo ambientale, economico, sociale e occupazione. Mentre, per affrontare il calo produttivo e le aggressive importazioni, lo scorso giugno si è tenuto un incontro del Tavolo di indirizzo e coordinamento che raccoglie i diversi stakeholder del comparto. Come richiesto dai vari operatori – prosegue L’Abbate (M5S) – è stato dato incarico ad Ismea di effettuare un’analisi della situazione di crisi produttiva al fine di verificare le condizioni per attivare, anche a livello sperimentale, gli strumenti di gestione delle crisi già utilizzati nel settore agricolo”.

Per quanto concerne, invece, il rischio di una invasione di miele “straniero” i dati delle importazioni risultano alquanto “preoccupanti”, con un aumento del 18% nel 2018 pari a 27.800 tonnellate. A far concorrenza al miele made in Italy, ad oggi, non c’è solo la Cina con 2.500 tn ma anche i Paesi dell’Est Europa come l’Ungheria con oltre 11.300 tn, a basso costo e con standard qualitativi differenti. I controlli per evitare condotte fraudolente hanno visto l’Icqrf eseguire 500 analisi su circa 400 campioni, di cui il 9,6% è risultato irregolare: dall’etichettatura irregolare per l’impiego di locuzioni ingannevoli od omissioni di indicazioni obbligatorie al mancato adempimento degli obblighi di tracciabilità sino all’indebito uso commerciale di una denominazione protetta e all’illecito utilizzo di zuccheri estranei alla produzione di miele.

“Assicuro che, a tutela del settore che ha un valore stimato in più di 2 miliardi di euro e dei consumatori – ha concluso la sottosegretaria Pesce (M5S) – il Ministero delle Politiche Agricole intende garantire un sempre maggiore livello di attenzione anche rispetto ai mieli di importazione”.

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