A Taranto nasce Patto per l’Ecogiustizia per sollecitare le bonifiche
Mercoledì 15 gennaio, nel quartiere Tamburi, presso l’auditorium della chiesa Gesù Divin Lavoratore, si è svolta un’assemblea partecipata promossa dalle associazioni ACLI, AGESCI, ARCI, Azione Cattolica Italiana, Legambiente e Libera. Durante l’incontro è stato lanciato il “Patto di comunità per l’Ecogiustizia”, un’iniziativa che mira alla bonifica del territorio tarantino e alla costruzione di un futuro sostenibile, libero dall’inquinamento.
Un’adesione crescente
Oltre ai promotori, numerosi soggetti hanno già sottoscritto il patto, tra cui ANPI, CGIL, CSV Taranto, Confcooperative, PeaceLink e la Commissione Diocesana per la Custodia del Creato. Le adesioni rimarranno aperte per tutto il mese di gennaio, con l’obiettivo di organizzare una prima riunione a febbraio per pianificare le azioni comuni.
Le tre direttrici del Patto
Il documento si fonda su tre azioni principali: sollecitare, monitorare e promuovere.
Sollecitare le istituzioni competenti:
- Bonifica dei sedimenti del primo seno del Mar Piccolo per rilanciare la mitilicoltura e sviluppare un turismo sostenibile.
- Completamento delle bonifiche nelle aree di competenza dell’ex ILVA e di Acciaierie d’Italia, utilizzando i fondi sequestrati alla famiglia Riva.
- Rapida conclusione delle indagini e delle conferenze di servizio per le aree incluse nel perimetro del Sito di Interesse Nazionale (SIN).
- Sblocco dei fondi del Contratto Istituzionale di Sviluppo e garanzia di adeguate risorse economiche.
- Potenziamento dello staff del Commissario alle bonifiche con esperti di alto profilo scientifico ed etico.
Monitorare l’utilizzo dei fondi e l’impatto sulla comunità:
- Controllare il rispetto dei tempi e l’efficacia delle bonifiche.
- Verificare la correttezza delle procedure di appalto, la sicurezza e la prevenzione di infiltrazioni criminali.
- Monitorare i piani di recupero, riconversione e riqualificazione delle aree interessate.
Promuovere la partecipazione attiva della comunità:
- Coinvolgimento di cittadini, bambini e giovani per favorire una cultura dell’ecologia integrale.
- Creazione di opportunità di sviluppo sostenibile, abbandonando la dipendenza dall’industria pesante.
Un contesto critico
Il Patto colloca Taranto nel quadro dei 42 Siti di Interesse Nazionale in attesa di bonifica, dove vivono oltre sei milioni di persone. Nonostante anni di interventi annunciati, a Taranto solo lo 0,1% dei terreni è stato bonificato e nessuna attività è stata effettuata nel Mar Piccolo. La gravità della situazione è stata confermata da numerosi studi, tra cui il Sesto Rapporto Sentieri, che evidenzia un’elevata mortalità associata alle esposizioni ambientali.
Il “Patto di comunità per l’Ecogiustizia” si propone come un progetto ambizioso e condiviso, per restituire a Taranto il diritto alla salute, a un ambiente salubre e a uno sviluppo sostenibile.