Chiesa di San Domenico: ‘La Passione a Taranto’ e il ritorno delle tradizioni.
(Di Fabio Dal Cin) Emozioni a tradizioni ritornano a colmare il vuoto che due anni di pandemia hanno creato nel cuore della popolazione tarantina. Lunedì 4 aprile, nella chiesa di San Domenico Maggiore (già San Pietro Imperiale) sì è svolto il tradizionale concerto della Fanfara dipartimentale del Comando Marittimo Sud della Marina Militare, diretta dal maestro Michele Di Sabato.
Un evento della Quaresima atteso dai confratelli e da tutta la città Dei Due Mari, espressione delle tradizioni popolari, di cultura e d’identità di una comunità. L’evento precede di alcuni giorni i Riti della Settimana Santa, espressione di profonda fede popolare e simbolo di rinascita dopo le restrizioni dettate dall’emergenza sanitaria.mUna ripresa omaggiata anche dall’inaugurazione della facciata di San Domenico Maggiore, nella città vecchia del capoluogo ionico, dopo i recenti lavori di restauro.
L’evento culturale e religioso che la confraternita della SS Addolorata e San Domenico organizza da quarantotto anni ha visto la partecipazione di autorità militari e civili unitamente a tantissimi cittadini che, nel pieno rispetto delle norme anti Covid, non hanno voluto perdere questo appuntamento. In una chiesa così gremita, la fanfara dipartimentale, simbolo della sinergia consolidata tra la cittàdi Taranto e la Marina Militare, ha eseguito nell’ordine l’Elegia di Angelo Lamanna, il Cristus di Pietro Marincola, A Maria SantissimaAddolorata di Michele Ventrelli, il Giovedì Santo di Adolfo Bonelli, la Mater Dolorosa di Vittorio Manente, le Tristezze di Giacomo Lacerenza, la Mamma di Lugi Rizzola.
Il concerto, arricchito dalle riflessioni di monsignor Alessandro Greco, vicario generale dell’arcidiocesi di Taranto, è diventato l’appuntamento musicale più importante del periodo quaresimalegrazie alla bravura degli esecutori dei brani e all’importanza storica di San Domenico Maggiore, chiesa costruita sulle rovine di un tempio greco come dimostra la scoperta sotto le fondamenta di murature arcaiche e strutture antiche di notevoli proporzioni.
Al programma hanno collaborato monsignor Emanuele Ferro, padre spirituale della confraternita, e Giancarlo Roberti, commissario arcivescovile della confraternita Maria SS. Addolorata e San Domenico. 🔚