Taranto: Ancora narrazioni scorrette di cronache che coinvolgono persone LGBTIQA+
È di qualche ora fa la notizia, ribattuta da numerose testate giornalistiche, del furto, avvenuto in un appartamento nel centro di Taranto, di una somma di denaro da parte di due persone di origine colombiana ai danni di un settantenne.«Non entriamo nel merito del reato. Ciò che ci importa sottolineare - dichiara Luigi Pignatelli, presidente di Arcigay Strambopoli QueerTown Taranto - è l’attenzione pruriginosa di alcuni giornalisti sull’identità sessuale di una o di entrambe le persone che hanno commesso il furto. Per la parola “giornalisti” usiamo il maschile plurale e non la ə del plurale inclusivo, perché non abbiamo trovato articoli su questo fatto di cronaca a firma di donne o persone non binary, bensì solo redazionali o articoli firmati da uomini.C’è chi parla di un trans con un complice e chi di due trans. Il che farebbe intendere si tratti di due uomini con un corpo femminile assegnato alla nascita; perché è questo ciò che significa uomo trans*. Sappiamo che, purtroppo, alcune persone confondono le espressioni. Quindi, leggendo redazionali e articoli, non è ben chiaro se si tratti di un travestito o di una donna trans. Così come non è chiaro in quale sezione della casa circondariale di Taranto la persona arrestata (per via di questioni pregresse e non per questo singolo crimine) sia stata condotta. Quella femminile? Quella maschile? Quella per le donne trans*? Quella per gli uomini trans*? A noi interessa il benessere psicofisico di ciascuna delle persone coinvolte, quindi anche della persona che ora è in carcere. A noi interessa ricordare, ancora una volta, che i mass media ricoprono un ruolo educativo di grande rilevanza e che la narrazione tossica va contrastata e prevenuta. A noi interessa chiarire che l’identità sessuale è un costrutto formato da 4 componenti: sesso biologico, identità di genere, orientamento romantico e/o sessuale, espressione di genere. Scrivere anziano derubato da un trans colombiano o similari non è corretto, per tante motivazioni. In primo luogo perché, appurato che si tratti di una donna trans* e non di un travestito, la dicitura corretta è una trans* (ancora meglio sarebbe una donna trans*), e non un trans al maschile”. A segnalare per primo ad Arcigay Strambopoli QueerTown Taranto l’articolo pubblicato su quotidiano online è stato lo studente Daniele Nisi, che aggiunge: «Come ben dice Pignatelli, questa attenzione particolare al fatto che un “povero settantenne sia stato derubato da due uomini travestiti” è disgustosa. Noi non sappiamo se si identificano come donne trans queste persone, ma un quotidiano online dovrebbe avere un minimo di decenza e decoro e quanto meno una conoscenza generale del mondo dell’informazione da capire che non è questo il modo più corretto di scrivere un articolo che riguarda persone che non conosce. Purtroppo non mi sorprendo per carità, molte testate giornalistiche più “influenti” commettono gli stessi errori”. “Se poi - continua Pignatelli - vogliamo parlare della prospettiva colonialista e patriarcale che criminalizza o, usando una espressione che personalmente aborro ma che ben cristallizza un atteggiamento comune, incolpa sempre chi offre il proprio corpo e mai chi paga quel corpo, apriamo un altro capitolo. Un capitolo che io aprirei sostituendo colpa con responsabilità. Un capitolo che proseguirebbe con una analisi del sex-working, finalizzata al raggiungimento dell’autodeterminazione di chi opera in questo settore e alla salvaguardia della loro salute”. Agli operatori e alle operatrici dell’informazione, da sempre attenti e attente alle iniziative che Arcigay Strambopoli QueerTown Taranto propone, in collaborazione con Hermes Academy, Coordinamento Taranto Pride e CAV Rompiamo il Silenzio, nelle piazze, nelle scuole, nelle sedi operative e, da ormai un anno, anche in remoto, ricordiamo che i nostri laboratori di Educazione alle Differenze, Educazione all’Affettività, Educazione e Narrazione di Genere, Linguaggi Inclusivi, etc sono gratuiti. Ne diamo puntuale notizia prima e dopo, con report anche fotografici che inviamo agli indirizzi email delle redazioni e pubblichiamo sul blog L’Eco di QueerTown. «Riteniamo - conclude Pignatelli - che chiunque abbia bisogno di confrontarsi e formarsi su questi temi. Agli incontri formativi che sono già stati calendarizzati possiamo aggiungerne altri, con obiettivi, contenuti e metodologie che si adattano ai bisogni dei gruppi che ne faranno richiesta. Siete tuttə benvenutə (con la ə)! Per qualsiasi informazione, non esitate a contattarci al +39 388 874 6670“. (Comunicato stampa)