Verdi Taranto: ‘Déjà vu nella vicenda Ilva’
Da un articolo su la Stampa del 29 luglio, apprendiamo che il bilancio di Acciaierie d'Italia Spa non è ancora pubblico, mentre quello della holding lo è già. Il senatore De Falco denuncia che sono stati stanziati 700 milioni e la manovra è stata approvata mediante il "decreto Venezia" (vedi link: https://meridionline.it/blog/ex-ilva-700-milioni-decreto-venezia-colmare-debiti/). Purtroppo l'operazione appare un dejavù: creare una nuova società (una holding con lo stesso nome) e lasciar fallire la Spa come Bad Company, mentre la holding riparte da zero assumendo il personale in CIG. La parte italiana della Spa si caricherà i debiti che Arcelor Mittal non vuole ( infatti non hanno ancora reso pubblico il bilancio) e l'holding, se tutto va bene, pagherà i debiti dell'altra, oppure la spa fallirà.,E se nasce un nuovo processo sulla base di problematiche ambientali o sanitarie, le accuse ricadranno su...? Ovviamente su una spa moribonda. Del resto Arcelor Mittal ha sempre dichiarato di non volerne sapere nulla e l'accordo del 2016 prevedeva esattamente questo: rifacendosi all'art.2 comma 6 decreto legge 01/2015 su Ilva di Taranto che già stabiliva: "Ai fini della valutazione delle condotte connesse all'attuazione dell'Aia e delle altre norme a tutela dell'ambiente, della salute e dell'incolumità pubblica le condotte poste in essere non possono dar luogo a responsabilità penale o amministrativa del commissario straordinario" , il comma fu modificato dal decreto 98/2016 all'art. 4 comma b che estendeva l'immunità anche agli affittuari e i futuri acquirenti. Val la pena ricordare che nel 2019 al grido “abbiamo eliminato l’immunità penale” il M5Stelle cercava di far passare come una vittoria il fatto che l’immunità fosse stata eliminata quando invece era soltanto stata riscritta lasciando in piedi l’immunità penale, anzi estendendola agli acquirenti e agli affittuari. (Per approfondimenti : https://www.laringhiera.net/m5s-cancellata-immunita-penale-bonelli-non-e-vero-chiedo-confronto-pubblico-con-onorevoli-tarantini/ ). Quindi tutto era prevedibile fin dall'apparizione sulla scena di Arcelor Mittal e purtroppo lo avevano previsto in molti qui a Taranto. Ma molti altri non ci hanno creduto e oggi continuano a credere nella rinascita dello stabilimento sognando l'acciaio "green". Noi Verdi Taranto crediamo nell'effetto positivo delle bonifiche su un territorio che vuole rinascere grazie alle tante risorse umane e naturali, assicurando le bonifiche dei terreni limitrofi allo stabilimento, i giardini pubblici, la falda, i fondali marini e l'interruzione dell'attività di tutte le fonti inquinanti. L'impresa è sana se produce ricadute sostenibili non solo per l'imprenditore ma anche per il territorio in cui è radicata. Non solo ricchezza, ma anche rispetto per la salute dei cittadini e il suo ambiente. I debiti verso questo territorio su chi saranno scaricati? In quale Spa verranno scaricati i sogni infranti degli altri imprenditori tarantini? Quelli di chi avevano investito ancora una volta sull'immagine della città? Degli studenti fuggiti in altre città spinti dai loro stessi genitori pur di salvargli il futuro? Perché non investire su un progetto di economia sostenibile per tutti, che nasca da Taranto verso il resto del Paese, il Mediterraneo e oltre, puntando sulle risorse "compatibili" con questo territorio e la sua centralità geopolitica, la stessa che la rende hub di eccellenza per le politiche militari? A tutto questo si aggiunga che con il recente disegno di legge di riforma del processo penale (A.C.2435-A), I reati ambientali e, in particolare, il disastro ambientale, non sono contemplati nella lista dei reati per i quali non scatta l’improcedibilità. E ancora, riducendo i tempi di ricerca delle prove (che, per il disastro ambientale per es. sono prove tecnico- scientifiche complesse ed essenziali soprattutto se il reato ha coinvolto numerosi imputati e bisogna accertare le ricadute sulla salute pubblica), si rischia di vedere sviliti processi importanti come quello celebratosi a Taranto. Tutto il quadro così delineato, lascerebbe pensare ad un meccanismo perfetto di salvataggio per tutti, tranne (ancora una volta) per i cittadini e le cittadine di Taranto. Quale miopia attanaglia le nostre classi politiche nazionali? Restiamo aperti ad ulteriori proposte, ma non possiamo più aspettare. (Co-portavoce Europa Verde - Verdi città di Taranto: Eliana Baldo e Mino Briganti; Europa Verde - Verdi Provincia Taranto: Elvira Sebastio e Gregorio Mariggiò; Co-portavoce Europa Verde - Verdi Regionale: Fulvia Gravame)